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Risultati preliminari nello studio dell’Acropoli di Alatri dal punto di vista dell’archeoacustica
Tag: archeoacustica, archeo-acustica, Alatri, mura poligonali, basse frequenze, infrasuoni
Per confermare gli interessanti dati raccolti nell’agosto del 2013 si è voluto ritornare in questa splendida antica cittadina come deciso al termine della prima missione svolta nell’estate precedente.
Fig. 1 – Una immagine invernale di Alatri colta tra gli olivi della collina di Montelungo posta di fronte
Effettivamente sul punto più elevato dell’acropoli c’è qualcosa che spiega perché sulla cima si ergeva un tempio megalitico, sul quale poi è stato costruito l'attuale duomo di Alatri. Le vibrazioni a cospicuo volume e a bassa frequenza sono notevoli e in base a quanto da noi accertato precedentemente facilitano la preghiera e la meditazione.
Per far capire quali fossero le dimensioni dei blocchi utilizzati dai costruttori del tempio posto un tempo in cima all’acropoli, qui sotto vi è una foto di quello che rimane di esso, poi utilizzato come base per la costruzione della cattedrale. Gli incastri sono numerosi e tuttora perfetti, privi di legante, e ricordano decisamente quelli reperiti a Cuzco in Perù, in quanto la tecnica è la stessa.
Fig. 2 – Uno dei tanti blocchi dell’antico tempio che ora costituiscono la base del muro posto a nord dell’attuale duomo di Alatri. Nell’immagine anche l’autore di questo articolo come paragone dimensionale (statura 1,74 m)
Le registrazioni effettuate in questa occasione sono state eseguite sia all’interno che all’esterno della attuale chiesa dedicata a San Paolo costruita sul tempio pagano. All’interno, liberi dai suoni dell’ambiente, le registrazioni sono state superbe. All’esterno un po’ meno, in conseguenza del rumore continuo dovuto ai veicoli sempre presenti nella strada di passaggio posta alla base della collina e sulla quale è adagiata Alatri ed all’attività umana presente nella città stessa.
Le registrazioni sono state svolte all’alba e, oltre al fattore archeoacustico di studio, hanno dato la possibilità di contemplare i paesaggi stupendi visibili dall’alto dell’acropoli nella cornice invernale.
Per il 21 dicembre 2013 si voluto anche osservare sull’antica incisione presente su una pietra all’interno dell’angolo Sud-Est delle mura se fosse stato previsto qualche particolare allineamento durante il Solstizio d’Inverno al sorgere del sole, ma così non è stato. Tale incisione, che aveva anche la funzione di astrolabio, risulta orientata dunque solo per gli equinozi, mentre per altri riferimenti presenti su di essa, le ipotesi sono tante anche se un’interpretazione definitiva appare ancora lontana.
Fig. 3 – Il paesaggio visibile dall’angolo Sud-Est dell’acropoli al sorgere del sole del 21 dicembre 2013 (sopra). Nell’immagine posta sotto è visibile in primo piano a destra e in basso l’antico astrolabio orientato sugli equinozi (e non sui solstizi) che probabilmente risale alla costruzione dell’acropoli o poco dopo
Gli equinozi evidentemente erano importanti nello scandire il ritmo delle stagioni per il popolo che costruì questa acropoli. Va infatti ricordato che la Porta Minore posta a Nord della cittadella sacra è ugualmente orientata astronomicamente per illuminarsi totalmente solo negli equinozi, mentre la Porta Maggiore, posta a Sud, è orientata perfettamente nel suo spazio con il Nord Astronomico.
Spiace che le amministrazioni pubbliche continuino a trascurare questo straordinario segno del passato, ossia tale astrolabio inciso su una enorme pietra liberata alcuni decenni fa dalla copertura di terreno. È di fatto evidente un inaccettabile deterioramento della stessa come evidente nelle foto prese nell’agosto 2013 e nel dicembre dello stesso anno. Probabilmente le gelate presenti dopo le forti piogge autunnali hanno avuto un certo ruolo nel degradare l’incisione vista la relativa durezza della stessa pietra. Eppure basterebbe così poco per proteggerla.
Fig. 4 – L’antico astrolabio come visibile dell’agosto del 2013 (sopra) e nel dicembre dello stesso anno (sotto). La differenza non è attribuibile ad un’ora diversa della ripresa, entrambe sono state colte all’alba, ma ad un reale deterioramento
Non si può dire anche che le numerose altre pietre di queste mura ciclopiche non stiano subendo la stessa degradazione, ma l’insipienza degli uomini verso i propri tesori storici anche in questo caso si rende manifesta come in altre tragiche occasioni.
Ritornando agli aspetti di archeoacustica del posto, analizzando i vari file registrati ad Alatri e dintorni appare sempre più evidente la motivazione della costruzione del tempio sulla cima della collina che ora è occupata dalla cittadina di Alatri.
Come in altri siti sacri studiati dal SBRG anche qui c’è qualcosa di speciale. In particolare a livello di quello che viene chiamato dagli storici “l’ombelico” dell’acropoli e che si trova sul lato Nord della chiesa costruita sopra l’antico tempio.
Fig. 5 – La facciata principale della basilica cattedrale di San Paolo Apostolo (facciata Est) costruita sopra l’antico tempio
Fig. 6 – Gran parte delle registrazioni sono state eseguite a livello dell’apice dell’acropoli, detto "l’ombelico" dell’acropoli
Esiste una notevole prevalenza di basse frequenze in questa sede come appare evidente dal grafico del file raccolto a mezzanotte sul lato Nord dell’antico tempio ora chiesa cattolica. Tale anomalia è ancora più evidente se viene confrontato con quanto rilevato nella stessa notte nei file raccolti lungo il lato Est dell’acropoli.
Fig. 7 – Gran parte dei file raccolti nel cosiddetto “ombelico” della rocca sono stati raccolti di notte
Fig. 8 – Grafico raccolto nel cosiddetto “ombelico” della rocca dove è presente una frequenza intorno ai 30-31-Hz (sopra) posto a confronto con quello rilevato lungo il lato Est (sotto)
Come si vede dalle immagini poste qui sopra il secondo grafico è privo del picco di basse frequenze presente intorno ai 30-31Hz e reperibile al centro dell’acropoli. Il suono sembra sia concentrato proprio nell’ombelico della rocca e si sfuma fino a scomparire allontanandosene. È probabile che le vibrazioni provengono dalla faglia che passa proprio lì vicino e che vengono a incanalarsi per qualche strano fenomeno sulla cima della collina.
Fig. 9 - La mappa dell’acropoli (sopra) e la sua visione aerea (sotto). Il lato superiore corrisponde al Nord (immagini dall'archivio di O.Tofani)
Fig. 10 – La carta geologica della zona di Alatri dimostra un notevole movimento di faglia presente nel sottosuolo che può spiegare le vibrazioni che si raccolgono sull’apice dell’Acropoli di Alatri (mappa realizzata dal geologo dott. Rocco Torre)
L’esposizione continuata a queste vibrazioni nell’assenza di rumori può avere un notevole effetto sulla psiche di chi si reca in quel luogo in preghiera e o in meditazione, favorendo la discesa in un’estasi mistica. Certo di questo gli antichi se ne erano accorti, pur non possedendo la stessa strumentazione di oggi, ma semplicemente rendendosi conto che in quel luogo erano più vicini a Dio. Sapienza antica ed attenzione per la cura dello spirito
La Porta Minore perfettamente orientata secondo gli equinozi (si illumina totalmente solo in quelle date per un breve periodo esattamente come le otto facce della Grande Piramide di Giza) è un luogo ideale per registrare la stessa vibrazione senza essere disturbati dai rumori presenti in campo aperto. Ciò ha permesso la realizzazione di registrazioni quasi libere dai rumori.
Fig. 11 - Anche in questo caso l’autore dell’articolo serve da paragone per comprendere le dimensioni dei blocchi di pietra che compongono le mura poste accanto alla Porta Minore, pesante ognuno una dozzina di tonnellate
Anche accanto la Porta Minore i file registrati molto presto al mattino presentano caratteristiche simili a quelle registrate all’apice della rocca. In essi solo qualche piccolo rumore d’esterno, ma attutito dalla posizione abbastanza protetta. Si pone qui un file d’esempio da ascoltarsi solo se dotati di cuffie stereo ad alta fedeltà con ampia componente di bassi, altrimenti si può correre il rischio di non sentire nulla perché i normali altoparlanti di un computer non hanno una risposta in frequenza sufficiente alle basse frequenze.
Il grafico comune a tutti file raccolti all’interno della Porta Minore presentano un andamento non molto dissimile da quelli raccolti all’apice della rocca dalla quale si trova poco distante. Le variazioni di volume riscontrabili nei diversi grafici sono determinate dalla variazione del volume di registrazione. Ciò che conta in questa ricerca è soprattutto la forma del grafico.
Fig. 12 – La forma del grafico dei file raccolti al riparo della Porta Minore è molto simile a quella rilevata sulla cima della rocca
Sono state esaminate anche le zone circostanti Alatri per evidenziare se lo stesso tipo di vibrazione è presente anche altrove. In realtà qualcosa è presente anche nelle colline vicine, ma è percepibile solo dagli strumenti e non fisicamente. Bisogna ricordare che le basse frequenze non sono direzionali e non vengono assorbite molto dal terreno attraversato, quindi viaggiano bene anche a distanza. Ma il basso volume riscontrabile ad esempio sulla collina posta di fronte ad Alatri, Montelungo - La Crocetta, non è in grado di essere colto distintamente da chi vi si pone sopra come in cima all’acropoli di Alatri. Ciò potrebbe spiegare perché gli antichi abbiano scelto proprio la collina di Alatri per costruire il loro tempio pur avendo a disposizione una lunga sequenza di colline con caratteristiche simili.
Fig. 13 – Immagine delle registrazioni eseguite sulla collina di Montelungo - La Crocetta
In poche parole, anche se bisogna essere prudenti, si può supporre che la scelta di costruire un'acropoli proprio in cima alla collina di Alatri sia stata motivata più da ragioni mistiche-spirituali che conseguenze di una scelta di difesa militare. Ciò spiegherebbe anche il perfetto orientamento delle porte presenti nelle mura dell’acropoli.
Sorge a questo punto un altro mistero difficilmente spiegabile. In un’acropoli perfettamente orientata nelle sue porte, pur con la difficoltà di posizionamento corretto di blocchi di pietra enormi, non si capisce perché proprio sulla spianata del tempio, dove i problemi costruttivi erano inferiori, questo sia stato edificato senza un perfetto orientamento Nord-Sud o Est-Ovest. Certo l’orografia del territorio può spiegare la pianta poligonale dell’acropoli che forse segue la forma della collina naturale, ma ciò non spiega perché il tempio principale non sia stato ugualmente orientato secondo criteri astronomici, ritrovandosi in un punto della collina relativamente piano.
Il muro del lato Nord del tempio, ancora presente, è infatti orientato secondo un azimut intorno ai 259° (per alcuni 261°) invece che a 270°. Questa deviazione di circa 11° (o di 9°) rispetto l'asse Est-Ovest appare misteriosa ed inspiegabile, visto il perfetto orientamento delle porte presenti nella compagine delle mura molto più difficili da collocare correttamente dal punto di vista architettonico. E' evidente che ci deve essere stata un'altra ragione, forse politica, per orientare il tempio in quella maniera.
Fig. 14 – È abbastanza facile misurare l’azimut dell’antico tempio seguendo lo spigolo Nord-Est dell’attuale basilica costruita sopra ad esso e che ripete l'orientamento dello stesso
Le registrazioni effettuate all’interno della basilica cattedrale di San Paolo Apostolo nella loro perfezione del silenzio hanno registrate le stesse vibrazioni anche se a volume più basso che all’esterno. Ciò è attribuibile al fatto che al di sotto della chiesa è presente un sotterraneo che con la presenza d’aria al suo interno frena la trasmissione del suono a bassa frequenza, più rapido e intenso nella roccia.
È ipotizzabile che il tempio, sottostante tuttora la chiesa, non soffrisse di questo difetto e l’effetto sull’organismo umano fosse più intenso per una migliore trasmissione della frequenza meccanica. Per questo motivo chi si pone accanto al cosiddetto “ombelico” percepisce meglio questo fenomeno, anche se distratto dai rumori esterni.
Fig. 15 – Le registrazioni all’interno della basilica cattedrale di San Paolo Apostolo sono state eseguite in particolare nella navata di sinistra perché più libera da rumori provenienti dalle finestre
Tutte le registrazioni effettuate sono state eseguite secondo il nuovo protocollo SBSA (qui) anche per la ricerca di eventuali onde elettromagnetiche spurie in grado di inficiare le registrazioni. Si sono infatti usati i sensori ad ampio spettro per onde elettromagnetiche previsti dal protocollo che non hanno dimostrato nulla di anormale in grado di alterare le registrazioni effettuate ad Alatri.
Fig. 16 – Anche in questo caso si sono utilizzati i sensori per onde elettromagnetiche secondo il protocollo SBSA
Nel prossimo marzo si effettueranno gli ultimi rilievi per concludere la ricerca di archeoacustica in questa splendida Città.
Paolo Debertolis – 16 gennaio 2014
Si ringrazia di cuore don Antonio Castagnacci per la disponibilità nel concederci la possibilità di effettuare registrazioni anche all’interno della basilica concattedrale di San Paolo apostolo (duomo di Alatri) e, per l’aiuto fornitoci, anche il suo collaboratore, sig. Sisto Macciocca.
Si ringrazia inoltre il ricercatore indipendente Ornello "Paolo" Tofani e suo figlio Claudio per la documentazione e lo straordinario supporto fornito per questa ricerca.