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Risultati preliminari delle nostre ricerche in archeo-acustica sull’ipogeo di Cividale del Friuli

 

TAG: archeo-acustica, archeoacustica, ipogeo, Cividale del Friuli, risonanza, ultrasuoni, SBRG, SB Research Group

Dopo un’attenta analisi delle registrazioni svolte in precedenza, alcuni membri del SBRG hanno ricominciato una nuova stagione di analisi acustica nell’ipogeo di Cividale del Friuli.

Questo ipogeo consiste  in  vari  ambienti  sotterranei,  scavati  nel conglomerato  che  si  sviluppano  a  diverso  livello con diverse diramazioni. Ad un occhio poco attento la sua conformazione appare molto grezza, ma in realtà, nonostante i rimaneggiamenti nei secoli nasconde una precisa volontà dei costruttori di sfruttare mediante una accurata modellazione delle camere il fenomeno della risonanza che è possibile ottenere durante la preghiera o il canto mistico.

 

Fig. 1 - Mappa dell'ipogeo di Cividale del Friuli

 

Tale ipogeo sembra essere stato ricavato da una cavità naturale lungo l'argine roccioso destro del fiume Natisone, e a parte  le fantasiose interpretazioni amalgamate di leggenda, è stato ipotizzato un uso funerario dell'ipogeo in epoca celtica, mentre altri studiosi ritengono i locali carceri del periodo romano o longobardo.

D’altra parte i tre grandi ed inquietanti mascheroni scolpiti sulle sue mura richiamano piuttosto alla tradizione celtica, d’altra parte sculture esistenti del resto in tombe celtiche ritrovate in Francia e che prendono il nome di têtes coupées. Così  i loculi scavati da un’altra mano lungo il suo percorso e perfettamente asciutti rispetto altre camere possono essere stati realizzati in epoca successiva adattando a deposito funerario questi locali.

Si ipotizza persino che alcune sue camere fungessero da vasche d’acqua per riti di incerta origine, ma in definitiva questo ipogeo, che non trova  altro riscontro  in Friuli, la sua reale funzione e la sua origine, rimane un comunque un mistero. Tutte le queste ipotesi non sono state suffragate da prove certe, mentre si ha la certezza che l’ipogeo sia stato rimaneggiato in epoche successive

La struttura è rappresentata da una camera centrale più alta, a cui si giunge dalla superficie, tramite una ripida scaletta che scende in profondità. All’inizio di questa ultima vi è l’unica finestra che dà l’accesso all’argine del fiume Natisone, mentre il resto della struttura appare totalmente interrata. Dalla sala centrale si dipartono tre corridoi con nicchie e cunicoli e sedili di varie altezze. Molti loculi appaiono scavati con il piccone e sono pertanto da riferirsi a epoche successive.

 


Fig. 2 - La scala di accesso che porta alla stanza centrale (camera A della mappa)

 

L’attenzione del nostro gruppo di ricerca su questo sito archeologico è stata attirata dalle teorie sulla funzione di questo luogo da Walter Maestra, ricercatore indipendente e studioso di antiche civiltà, che ha fatto un parallelo con simili grotte esistenti anche in Perù, atte per officiare riti di preghiera verso la Madre Terra. Secondo la sua ipotesi l’ipogeo avrebbe la stessa funzione, cioè quella di entrare in contatto esoterico con il mondo sotterraneo.

L’ipotesi ci è parsa indubbiamente suggestiva ed, in parallelo con la ricerca in archeo-acustica svolta di recente nel Sud dell’Inghilterra dal SBRG ed a conoscenza della sonorità rilevate nei templi maltesi da altri ricercatori, abbiamo voluto saggiare nello stesso modo anche questa struttura.

 


Fig. 3 - La camera B dell'ipogeo presenta una foggia diversa rispetto la C e la D. E' quindi probabile che sia stata rimaneggiata in epoche successive

 

A pochi mesi dall’inizio della ricerca abbiamo subito potuto rilevare la presenza dell’effetto di risonanza solo in due camere (C e D della mappa poco sopra) che hanno mantenuto la forma originale e che conservano una forma arcuata del fondo. È presente, inoltre, una piccola travatura sulla parete terminale di esse che sembra essere stata appositamente costruita per accordare la stanza ad una voce maschile che canta o prega.

 


Fig. 4 - L'ingresso della camera C che sembra aver conservato la foggia originale ed ha dimostrato la presenza di un cospicuo effetto di risonanza

 

Fig. 5 - Il grafico logaritmico dell'effetto di risonanza presente nella camera C. La gobba presente tra i 30KHz e 90KHz è dovuto ad una maggiore sensibilità dei microfoni a queste frequenze, ma rientra nella normalità

 

La voce maschile è assolutamente necessaria per sollecitare il fenomeno della risonanza in quanto le due stanze sono accordate a 94 e 102Hz. A più riprese abbiamo usato la voce femminile per sollecitare la struttura, ma anche utilizzando una voce femminile da mezzosoprano grave si è giunti solo ad un 150Hz di estensione verso il basso, assolutamente insufficiente a sollecitare la struttura.

 


Fig. 6 - L'apparecchiatura di registrazione posizionata all'ingresso della camera C

 

Fig. 7 - Il fondo della camera D che non è illuminato con i microfoni posizionati per la registrazione ed evidenziati in rosso

 

Fig. 8 - La nostra collaboratrice Dolores Dreosti che ha concesso la sua voce da mezzosoprano per l'analisi sonora di questa stanza

 

Le registrazioni sono state effettuate con l’ormai consueto protocollo tecnico del SBRG in archeo-acustica: registratore digitale Tascam DR-680 programmato per una campionatura a 192KHz e microfoni Sennheiser MKH 3020, muniti di cavi schermati Mogami Gold Edition XLR e connettori placcati in oro.

 

 Fig. 9 - La risposta estremamente piatta dei microfoni Sennheiser MKH 3020 con una maggiore sensibilità nel campo degli ultrasuoni

 

L’esperimento a preso varie giornate e sono stati usati diversi cantanti per ricercare le giuste frequenze di accordo. I tracciati sono stati esaminati con due programmi di analisi sonora, ossia con il programma PRAAT versione 4.2.1 dell’Università di Toronto e il programma open-source Audacity versione 2.0.2, entrambi per Windows per PC.

 


Fig. 10 - Sopra: l'aspetto armonioso del grafico quando nella camera D vi è una voce maschile che sollecita la risonanza a 102Hz. Sotto: il grafico rilevabile nella stanza D quando la voce è femminile. La dominante è sui 198Hz; è evidente il buco delle frequenze tra il range degli infrasuoni e i 200Hz

 

 La risposta sonora di risonanza ha interessato una gamma sonora che parte dagli infrasuoni fino alla frequenza di accordo sollecitata dalla voce maschile accordata a quella particolare stanza (94Hz o 102Hz). Ciò è particolarmente evidente osservando il grafico della voce femminile nel quale compare un buco di frequenze nello stesso range acustico.

 


Fig. 11 - La camera E, che si ritrova al di sotto della scaletta d'accesso, è risultata priva di interesse acustico. E' possibile, vista la sua morfologia completamente diversa dalle altre stanze, che sia di epoca successiva

 


Fig. 12 - I ricercatori che hanno partecipato all'ultimo esperimento del 14 maggio 2013

 

Quanto prima verranno pubblicati i risultati definitivi su una rivista scientifica internazionale.

Paolo Debertolis – 17 maggio 2013

 

Un sincero ringraziamento da parte di tutto il gruppo di ricerca SBRG ai proprietari dell'ipogeo per la loro disponibilità e gentilezza nel cedere anche nelle ore notturne i loro antichi locali per le nostre sperimentazioni. Un grazie di cuore anche al sig. Federico che con pazienza ci concede le chiavi dell'ipogeo per le nostre ricerche praticamente a tutte le ore del giorno.

 


 

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