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Continua la ricerca di laboratorio sui sistemi di risonanza acustica negli antichi siti e l’attività cerebrale connessa
TAG: archeo-acustica, archeoacustica, ipogeo, Cividale del Friuli, risonanza, EEG, attività cerebrale, SBRG, SB Research Group
Continuano le ricerche nell’ambito dell’archeo-acustica sull’effetto delle frequenze di risonanza presenti in alcuni antichi ipogei sull’organismo umano o meglio sulla sua attività cerebrale.
In questo momento sono iniziate le prime fase di verifica in laboratorio. Infatti, dalla fase di collaudo delle attrezzature si è passati alla valutazione dell’EEG dei volontari che si sono posti a disposizione per ascoltare le frequenze audio comprese in un range tra i 90Hz e i 120Hz, che è quello che troviamo comunemente nei templi e negli ipogei neolitici esaminati da Robert Jahn negli anni ’90 in Inghilterra ed Irlanda, ma presenti pure nell’ipogeo di Hal Saflieni a Malta e nell’ipogeo di Cividale del Friuli in Italia.
Fig. 1 - Il banco di controllo posto a fianco della stanza fonoassorbente
Come nello studio di Ian Cook e collaboratori dell’Università della California, i volontari sono stati tutti sottoposti ad un volume soggettivamente “confortevole” in camera fonoassorbente della Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Università di Trieste. Questo tipo di camera è anche schermata con una gabbia di Faraday fornita di serie dalla ditta che ne ha curato l’allestimento. Ciò ha tenuto lontano ogni possibile interferenza elettromagnetica esterna che avrebbe potuto inficiare i risultati.
Fig. 2 - I numerosi elettrodi presenti sul capo dei volontari
All’inizio del test i volontari saggiavano un volume di suono che usciva dalle casse acustiche ad alta fedeltà presenti nella camera fonoassorbente che non li disturbasse e che veniva scelto come riferimento per quel soggetto, poi a occhi chiusi rimanevano in silenzio mentre un apparecchio elettroencefalografico registrava il loro ritmo encefalico a riposo. L’apparecchiatura EEG e la collaborazione tecnica necessaria per l’effettuazione dell’esame è stata fornita dal Servizio di Neurofisiopatologia Clinica della Clinica Neurologica dell’Università di Trieste.
Fig. 3 - Gli operatori al lavoro al banco di controllo
Dopo due minuti di silenzio per la valutazione del ritmo encefalico a riposo, i volontari venivano sottoposti a toni di 90, 95, 100, 105, 110, 115, 120Hz disposti in maniera casuale e della durata di un minuto ciascuno. Alla fine del ciclo veniva fatto ascoltare anche era un mantra con le stesse frequenze della durata di due minuti. Perciò il test è stato leggermente diverso rispetto il lavoro di Cook che ha utilizzato solo 5 frequenze da 90 a 130Hz con intervalli da 10Hz e non altri tipi di sonorità. I 130Hz non sono stati utilizzati nel nostro studio perché estranei ai rilievi nei templi neolitici fatti in precedenza anche dal nostro gruppo di ricerca.
Ovviamente nel corso dell’esame la porta veniva chiusa ed il volontario rimaneva solo.
Fig. 4 - Il generatore di toni su computer visibile in primo piano forniva le frequenze necessarie per l'esperimento
Da tutti i volontari l’esperienza sonora è stata giudicata “entusiasmante”. Anche due operatori del gruppo di ricerca hanno voluto sottoporsi al test per valutare soggettivamente la correttezza della procedura.
Fig. 5 - Anche due operatori del gruppo di ricerca hanno voluto sottoporsi al test
Una buona parte del tempo per la preparazione è stato impiegato per posizionare gli elettrodi su una cuffia apposita posta sul cranio del soggetto in esame, modificando immediatamente tutte le posizioni non corrette degli elettrodi. Questa manovra è stata effettuata al di fuori dalla camera fonoassorbente.
Fig. 6 - I lavori di preparazione per il posizionamento della cuffia con gli elettrodi
Il prossimo mese verranno esaminati i tracciati EEG dai tecnici esperti per verificare i dati raccolti. Poi si passerà ad esaminare gli stessi soggetti nel ipogeo che stiamo studiando a Cividale del Friuli sottoponendoli alle frequenze di risonanza presenti in esso per fare una valutazione comparativa a tavolino.
Fig. 7 - I tracciati EEG ormai non sono più su carta chimica, ma sono digitali e sono salvati in forma di files
Le ricerche riprenderanno a settembre del corrente anno.
Paolo Debertolis – 25 luglio 2013
Un sentito ringraziamento a tutti quelli che collaborano per la riuscita di questo progetto di ricerca ed in particolare al direttore del Servizio di Neurofisiopatogia, dott. Fabrizio Monti, e al direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica, prof. Giancarlo Tirelli, e a tutti i tecnici e medici collaboratori. Un sincero grazie anche al Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, prof. Roberto Di Lenarda, per il supporto nelle nostre ricerche.
Ecco un esempio di tono utilizzato durante l'esperimento a 110Hz, in questo caso della durata di due minuti, qui
Bibliografia
R.G. Jahn, et al.: "Acoustical Resonances of Assorted Ancient Structures" Technical Report no.95002 PEAR, Princeton University, March 1995
R.G. Jahn, P. Devereux, M. Ibison: "Acoustical Resonances of Assorted Ancient Structures," J. Acoust. Am Soc Vol.99 No.2, February 1996, pp.649-658
Cook, I. A.; Pajot, S. K.; Leuchter, A. F., Ancient Architectural Acoustic Resonance Patterns and Regional Brain Activity, Time and Mind, Volume 1, Number 1, March 2008 , pp. 95-104(10)