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Rapporto di Novembre 2011 sulla situazione esistente all’interno dei tunnel di Ravne
TAG: piramidi Bosnia, piramidi bosniache, Civiltà di Visoko, piramidi, archeologia, manufatto, tunnel Ravne, SBRG, SB Research Group
A novembre 2011 si è deciso a nome di tutto il nostro gruppo di ricerca di fare un sopraluogo a Visoko al fine di valutare la possibilità di ricominciare gli scavi per riportare alla luce la struttura scoperta nello scorso luglio sotto il piano di calpestio nei tunnel di Ravne con il georadar.
La situazione che ci si è presentata si può definire a dir poco disastrosa. I lavori per eliminare l’acqua dalla zona circostante la struttura hanno completamente fallito lo scopo.
Un ruscello sembra percorrere pacificamente tutta la zona circostante e sovrastante la struttura per un’altezza di sei dita.
L’aspetto della galleria sovrastante la zona dove è posta la struttura sotterranea è sconfortante. Un ruscello alto vari centimetri continua scorrere nonostante i tentativi di bonifica effettuati dagli operai della Fondazione(foto Ajdin Ahmetspahic)
Questa situazione è attribuibile anche alla modifica dei flussi d’aria presente nei tunnel susseguenti all’apertura di nuovi tunnel non originali per varie motivazioni.
Alcune sezioni dei tunnel non sicure continuano ad essere chiuse per il pericolo di crolli (foto Ajdin Ahmetspahic)
Il cambiamento dei flussi ha provocato la condensazione della forte umidità presente nei tunnel che si è manifestata con il comparire di piccoli rivoli di acqua che ora scorrono dalle pareti o dalle volte.
Tutta questa acqua contribuisce a rendere instabile il conglomerato delle gallerie e incentivando piccoli e cospicui crolli ne incrementa la pericolosità. Negli anni passati, sotto una direzione dei lavori discutibile, spesso si è eliminata la morfologia originale dei tunnel ampliandone e alzandone la sagoma. Ora purtroppo la modifica della sagoma a catenaria, che era in grado di scaricare la pressione degli strati sovrastanti, ha portato alla formazione di punti di minor resistenza dai quali si staccano blocchi più o meno grandi di conglomerato che sfondano le assi poste al di sopra dei puntelli. Mentre è evidente che nelle sezioni dove è rimasta la sagoma a catenaria non si assiste a nessun problema di staticità.
Al momento del sopraluogo abbiamo anche assistito ad un crollo in diretta che si è portato via una parte dell’impianto elettrico, lasciando al buio gran parte dei tunnel. Grazie alle lampade poste sopra il casco, abbiamo potuto ritrovare l’uscita, mentre gli operai sgombravano la zona collassata dai detriti e ristabilivano la continuità elettrica.
Il crollo al quale abbiamo assistito in diretta e che ci ha lasciato al buio. Un blocco di conglomerato che si è staccato dalla volta ha sfondato le assi poste sopra i puntelli, altri blocchi sono stati invece fermati dalle protezioni (foto Ajdin Ahmetspahic)
Gli operai della Fondazione successivamente hanno eliminato i blocchi pericolanti e ristabilito la sicurezza delle protezioni (foto Ajdin Ahmetspahic)
Tutti noi siamo rimasti molto perplessi da questa situazione. A sinistra la dott.ssa S. Acconci, al centro una nostra collaboratrice dott.ssa M.Merlo, a destra il prof. P.Debertolis (foto Ajdin Ahmetspahic)
Al termine del sopraluogo abbiamo svolto un approfondito colloquio con il presidente della Fondazione della Piramide del Sole, dr.sci. Semir Osmanagić.
In esso Osmanagić ha chiarito l’orientamento per il futuro della Fondazione secondo tre priorità, come anche riportato sul sito web della Fondazione (qui), anche tenendo conto della grave crisi finanziaria globale che ha ridotto la liquidità da parte degli sponsor.
Al termine del sopraluogo abbiamo avuto un franco scambio di opinioni con il direttore scientifico della Fondazione, Semir Osmanagić, che ci ha illustrato le intenzioni della Fondazione (foto Ajdin Ahmetspahic)
Le priorità illustrate dal dr.sci. Semir Osmanagić sono pertanto queste:
1) In questo momento la prima cosa da fare è mettere in sicurezza i tunnel per evitare ulteriori crolli, quindi qualsiasi altra priorità passa in secondo piano, comprese quelle di ricerca. Era un problema che l’archeologa Acconci aveva segnalato da tempo, ma che forse non è stato tenuto in debita considerazione.
2) La seconda priorità da parte della Fondazione è portare alla luce la struttura posta nel sottosuolo dei tunnel di Ravne, ma secondo propria scelta e quando verrà ritenuto opportuno dalla stessa, non in base alla nostra disponibilità. Appare chiara a questo punto l'intenzione di estromettere definitivamente il nostro gruppo di ricerca (SBRG) dagli scavi della stessa struttura, nonostante fossimo stati gli scopritori a luglio 2011.
3) La terza priorità è riprendere a scavare in direzione della Piramide del Sole, ma senza togliere l’acqua dai tunnel. Per questa priorità è previsto l’impiego di svariati anni prima di raggiungere questo obiettivo. Risulta parecchio oscuro come si voglia procedere operando in un ambiente saturo di vapore d’acqua con la presenza di 20-30 cm d’acqua sul pavimento senza modificare la sagoma della struttura.
Come appare ovvio, questo programma deciso in maniera unilaterale comporterà pertanto un ripensamento nella collaborazione tra il nostro gruppo di ricerca e la Fondazione della Piramide del Sole Bosniaca, sia nei tempi che negli scopi. Sicuramente si può dire che da questo momento non vi sarà più collaborazione da parte nostra per la ricerca e l'individuazione di altri eventuali manufatti presenti nei tunnel e neppure sulla superficie.
Si continuerà, pertanto, la collaborazione con la Fondazione della Piramide del Sole Bosniaca solo per quanto riguarda la ricerca e lo studio di eventuali fenomeni elettromagnetici e vibratori presenti nell'intero complesso delle piramidi bosniache.
Paolo Debertolis - 11 novembre 2011